Angela 1976

Italsider, poi ILVA                                                                                                                                                      torna indietro

 

Sono stata assunta in Italsider il 1° novembre 1976, ma il mio primo giorno di lavoro effettivo, visto le festività e il week end, è stato il 7 novembre.

Mio padre è stato un ex dipendente, fattorino e naturalmente il suo sogno era quello che anch’io entrassi a far parte della “grande famiglia”.

Ricordo il mio primo stipendio, Lit. 320.000 circa e non erano pochi per chi come me, appena ventenne, era al suo secondo lavoro. Gli amici mi dicevano che ero fortunata perché oltre ad un buon guadagno quello era un posto di lavoro sicuro per il mio futuro. Oggi sono dipendente Ilva che fa parte del gruppo Riva, ma sono in cigs, e svolgo lavori di pubblica utilità presso l’amministrazione comunale, in attesa di rientrare in azienda ma con meno speranze di un futuro roseo, visto che ho ancora 6 anni per poter accedere alla pensione.

Dopo 3 anni svolti in un ufficio staccato dalla sede, del tipo feudale, essendo una “ragazzina” rispetto all’età media ho subito alcuni torti che mi hanno dato un’impronta negativa alla mia formazione e alla visione di un mondo che andavo a conoscere.

Per fortuna negli anni 80, sono stata trasferita all’ufficio acquisti, dove ho conosciuto colleghi abituati a far valere i propri diritti: era un ufficio moderatamente sindacalizzato e se prima mi sentivo sola e indifesa, qui sentivo di essere tutelata per la presenza di alcuni esponenti sindacali.

Io svolgevo lavori di segreteria, in media le donne entravano al secondo livello passando al terzo dopo i tre mesi di prova, ma difficilmente o dopo parecchi anni ottenevano il 6 livello. Per gli uomini era tutt’altra cosa: entravano con il 5 per passare al 6 e poi a livelli superiori. Questo secondo uno studio statistica che avevo fatto per il sindacato.  Ciò si ripercuote a tutt’oggi: nonostante abbiamo le stesse mansioni degli uomini, i livelli per noi donne sono gli ultimi maturati molti anni prima dell’entrata del privato, mentre gli uomini avevano già il massimo, e quelli più giovani hanno ottenuto “lettere” superiori. Quindi stesse mansioni, livelli diversi .

Cosa posso dire della mia esperienza lavorativa in quanto donna se non con una certa polemica? noi donne in segreteria eravamo delle “schiave” in quanto il nostro lavoro consisteva nel battere a macchina ciò che veniva elaborato dai nostri colleghi maschi (vi assicuro che era difficilissimo a volte interpretare la calligrafia di alcuni), fare fax, archiviare pratiche, inviare telefax, insomma tutti quei lavori che oggi, in una visione moderna, ci si può stupire.

Poi c’è un altro particolare di non poco conto. A fine anno venivano assegnati dei premi, premi di risultato così chiamati che venivano spartiti in misura diversa allo staff d’ufficio, peccato che noi donne in segreteria non eravamo considerate parte integrante dello staff e quindi… niente soldini. Adesso , col privato, la motivazione dell’assegnazione del premio è cambiata: segue una direttiva politica aziendale e, quindi, per me non è cambiato niente, non ho diritto al premio di risultato, ma sono fiera della mia scelta perché non mi sento legata a nessun vincolo che potrebbe limitare la mia personalità.

Note sono le traversie economico-finanziare dell’Italsider dovute a crisi dell’acciaio dalla fine degli anni '80 e con le varie ridenominazioni e assetti societari, sorgevano in noi dipendenti (ancor più a noi donne – vedi “Il lavoro” del 14.07.1993) forti preoccupazioni sul futuro occupazionale.

Quando sono stata assunta la Società si chiamava Italsider per poi chiamarsi nel 1980 Nuova Italsider e richiamarsi Italsider dal 1° agosto 1987. Diventata Italsider in liquidazione il 1° gennaio 1989 riprende il suo nome originale, cioè Ilva S.p.A.

A seguito della scissione della società in liquidazione, dal 1° gennaio 1994 diventa Ilva Laminati Piani e rilevata nel 1995 dal gruppo Riva, al quale era stato conferito nel 1989 l’impianto delle acciaierie di Cornigliano.

Mi ricordo che il nostro Cral era organizzato piuttosto bene. C’erano diverse sezioni: Viaggi, Biblioteca, Musica e teatro, Sci, Escursionismo (di cui ho fatto parte anche come organizzatrice); poi c’erano vari incontri, seminari e anche mostre sia individuali e collettive. Ho partecipato a una di queste esponendo alcuni miei disegni.