Gabriella

I collettivi si erano diffusi ovunque                                                                              torna indietro

 

Nel 1975 in Sede malgrado le perplessità del Sindacato si fece la prima assemblea di sole donne. Per vincere la diffidenza dei compagni in fabbrica ci volle un anno e il 27/02/76 riuscii ad ottenere la prima assemblea di sole donne nel teatro del CRAL. Non ero più sola, l’esempio della sede aveva aperto la strada. Proponemmo il "questionario".

Il gruppo di lavoro di sole donne trovò un suo linguaggio ognuna usciva dall’isolamento con un’immagine fotografica della realtà femminile inconfutabile.

Su questo tema “ il ruolo delle donne” nella fabbrica, nella scuola e quartiere si sviluppò una rivoluzione culturale nel sindacato così come il femminismo aveva originato la più significativa rivoluzione culturale del secolo scorso. Me ne sentivo parte da quando nel 1975 incontrai tante altre compagne: Nina Sergi, Pina De Bandi, Anna Cassol, Adelaide riconducevano tutte al filo comune delle Aziende metalmeccaniche. La cassa di risonanza dei nostri incontri era il Sindacato FLM.

I collettivi proliferavano ovunque con una forza incontenibile di cui non eravamo del tutto consapevoli.

I tentativi dei dirigenti sindacali di tenere lontana l’influenza femminista dalla lotta di classe, elemento pregnante dell’attività sindacale non resse l’impatto con la determinazione delle donne nel volersi appropriare di spazi istituzionali nel Sindacato.

Nel Novembre del 1975 uscimmo con il primo documento firmato Coordinamento Donne Lavoratrici. Ne facevano parte con Gianna Manghi (avvocato), Livia Botta (ricercatrice), Elena Sichel (insegnante), Luciana Gatti (storica) e tante altre assetate di spazi intercategoriali istituzionalizzati per fare la politica delle DONNE. Luciana Brunod era l’unica operaia.

Alla Cisl in Campetto venne proposto un coordinamento delle rappresentati sindacali donne. Non ricordo bene come nacque, io fui convocata come delegata, incontrai Pai Romanengo, Maria Dalmeida, ma non fui coinvolta più di tanto, né io trovai spazio per coinvolgere.

Il mio Coordinamento Donne FLM di Largo Zecca era un’altra cosa, Maria Dalmeida e altre compagne incominciarono a farne parte. Il Coordinamento Donne attirava giornaliste come Erica Della Casa, Silvia Neonato, Anna Pisani… per la sua voluta e praticata connotazione di apertura

Un giorno il mio Segretario  della Lega FLM di Via S.G.D’Acri Lello Spera mi propose un corso di formazione sindacale. Ne seguirono altri finché mi proposero nel Maggio 1976 di andare al centro studi di Fiesole per un seminario femminile intercategoriale. Conobbi la Morgantini di Milano, la Bocchio di Torino, la Piva di Roma, altre di Napoli, di Verona. Franco Marini, Segretario Cisl nazionale, venne l’ultimo giorno per le conclusioni.

Si parlava al femminile. Provai la strana sensazione di riconoscere un pezzo di me lavoratrice e donna in ogni intervento. I temi del doppio ruolo, il compito della cura, l’assenza di Servizi Sociali, introdotti dalle conduttrici stimolavano i gruppi di lavoro. Ma il Segretario Nazionale fu molto vago nell’intervento di chiusura dopo aver ascoltato la nostra relazione che sottolineava con toni molto prudenti il “nostro specifico” e non fece un sorriso quando, sorvolando su molti punti, ricondusse la sintesi nella linea generale e politica del Sindacato senza troppi incoraggiamenti. Ognuna di noi ritornò a casa carica di appunti e il bisogno di riflettere e di rincontrarci.

Oggi chiedo : Qualcuno ha mai visto sorridere Franco Marini?

Nel 1977 – 78 eravamo diventate una forza senza aver ottenuto lo sperato riconoscimento.

Perché volevamo essere riconosciute da chi spaventavamo? Quel gruppo di donne acculturato, politicizzato, femminista era ingovernabile.

La nostra denuncia e lotta nasceva nell’intimità casalinga, nei luoghi di lavoro, nella scuola, nei partiti, nel quartiere.

Io mi incontravo con le colleghe in C.d.F. tutti i martedì e portavo l’eco del Coordinamento impegnato per la Legge sulla violenza sessuale, sull’aborto, mentre mio marito, noto caricaturista, divulgava sul giornale aziendale le vignette che rendevano furiose molte colleghe non inclini al senso dell’umorismo. Il gruppo più che di politica voleva discutere di Part-time, di orario elastico.

Fra le più assidue Luisa, Maura, Diva, Gabriella Piccioni, Mara, Ida, e Anna Cassol nuova assunta, laureata e militante una incoraggiante rivelazione, nacque un profondo legame di solidarietà stima ed amicizia che fece di noi un gruppo di traino per molte altre, e per molto tempo finché purtroppo gli eventi ne impoverirono il potenziale. Il terrorismo prima e la crisi infine disorientarono tutti. Nella seconda metà degli  anni 80  il Prepensionamento riportò tutte liberamente e forzatamente a casa. Quella fu un’altra storia.

L’incontro con l’UDI 1977-78

Il Coordinamento Donne FLM divenne forza trainante a Genova per le donne dell’UDI che rivendicavano la loro autonomia dal Partito Comunista. Ci incontravamo con Gigliola, Margherita e tante altre nella loro sede di via Cairoli, e loro partecipavano alle nostre riunioni in Largo Zecca. Quando nel Gennaio 1978 partecipai invitata al loro X° Congresso nazionale, nei 4 giorni di dibattito a Roma sulla violenza, sul terrorismo, sul diritto alla propria sessualità, le donne di tutta Italia discutevano soprattutto sul rapporto con le istituzioni. Mi sentivo forte come una roccia, incontrai donne storiche come Camilla Ravera, l’attrice Anna Miserocchi e Ute la più tenera del mio gruppo di lavoro.

Fu una grande emozionante esperienza di crescita.