Caterina 1961                                                                                                                                                        torna indietro

Il primo giorno

 

13 Marzo 1961, ore 6 del mattino.

Mia madre mi viene a svegliare... oggi è una giornata importante....

Sta per cominciare il mio primo giorno di lavoro all’Ansaldo!

Ansaldo non è solo un nome di una grande industria di Genova è anche il luogo dove mia madre ha lavorato negli anni ’30 sino allo scoppio della guerra, e dove ancora in quel momento qualcuno della mia famiglia ha lavorato.

Il giorno in cui ho saputo che l’Ansaldo aveva vinto la gara per grandi commesse e necessitava quindi di nuovo personale (soprattutto operaio), feci subito la domanda.

La speranza era, non solo che l’eventuale assunzione mi avrebbe dato un futuro migliore, ma mi sembrava anche importante proseguire la storia della famiglia.

Allora pensavo che non solo i ricchi si potessero tramandare di padre in figlio le loro dinastie: anche tra la gente comune (gente del popolo) la possibilità di continuare a lavorare dove, prima di te, hanno lavorato altri della tua famiglia e dove forse tu potrai avere dei miglioramenti rispetto ai tuoi preddecessori ; credevo fosse un modo di tramandare ciò che sai.

Non avevamo imprese nostre ma quella nella quale speravo di entrare era certo anche un pò mia......

E alle sette sono uscita di casa, ho preso il tram per Cornigliano dove in Piazza Massena alle 7,20 partiva il bus per l’Ansaldo di Via N. Lorenzi allora anche conosciuto come Stabilimento “Vittoria”.

Scesa dal bus sul piazzale mi sono guardata attorno e tutto mi sembrò immenso.

Per capire questa sensazione dovete immaginare il piazzale senza una macchina posteggiata forse solo qualche vespa o lambretta!

Davanti a me c’era la grande porta che immetteva in Officina e un flusso ininterrotto di persone che entravano, mi sembrò una grande bocca vorace!

Anch’io mi misi in fila con gli altri ed entrai nella grande fabbrica.

La prima volta di ogni cosa bella o brutta che sia è memorabile ed io “la mia prima volta all’Ansaldo” la porto ancora nel cuore.

Il Capo Officina riceveva tutti i nuovi assunti operai e dopo un breve sguardo ti destinava a questo o quel reparto, chissà in base a quale criterio!

Io fui destinata al reparto ELCI, divisione MICA, facevamo nastri e fogli con materiale isolante,la “mica” appunto, per le bobine dei rotori delle grandi macchine.

Forse non ho detto che avevo 17 anni e negli anni ’60 a quell’età si era veramente ragazzine ma a me sembrava di vivere una bella favola e forse lo è stata davvero.

Da quel giorno ho conosciuto persone nuove, il mondo del lavoro (che non è tutto rose) ma è la tua vita; la responsabilità sindacale, il giusto e sbagliato, la ragine e il torto.

La mia avventura è durata 32 anni, dei quali non rimpiango nulla, se non il fatto che con me è finita la tradizione di famiglia... io non ho potuto lasciare nulla da migliorare ai miei figli; è vero che se l’impresa non è tua come puoi pensare di lasciare qualcosa...?

Che utopia ho sognato!